Mi capita nello spiegare le regola per la residenza fiscale in Italia che mi venga fatta la domanda: ma se io lavoro in smart working? Che regole si applicano? L’idea è quella di lavorare dall’Italia ma invece essere considerati residenti all’estero, pensiamo ad un amministratore di una società che possa essere presente in Italia per motivi di lavoro per la sua azienda estera e che quindi non si considera certamente residente fiscalmente in Italia, solo perchè è in viaggio d’affari in Italia anche per lungo tempo. Vediamo le recenti modifiche alla normativa sulla residenza fiscale e poi veniamo al caso specifico del lavoro agile o smart working.

Con le recenti modifiche normative, la residenza fiscale in Italia per l’anno 2024 è diventata un tema di particolare interesse per chi si sposta frequentemente o lavora in modalità agile (smart working). Esploriamo le condizioni che determinano la residenza fiscale e vediamo se il lavoro agile comporta delle eccezioni.


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Condizioni per Essere Considerato Residente Fiscale in Italia

Dal 1° gennaio 2024, si considera residente fiscale in Italia una persona che, per la maggior parte dell’anno (183 giorni o 184 in un anno bisestile), soddisfa anche uno solo dei seguenti criteri:

  1. Residenza Civilistica: Secondo il Codice Civile, la residenza corrisponde alla dimora abituale, ovvero al luogo dove una persona si stabilisce volontariamente e vive in modo stabile per un periodo prolungato.
  2. Domicilio: Con la nuova normativa, il domicilio è definito come il luogo in cui si sviluppano principalmente le relazioni personali e familiari della persona. Anche se una persona risiede abitualmente all’estero, mantenere legami significativi in Italia potrebbe far scattare il domicilio fiscale italiano.
  3. Presenza Fisica: Questo criterio oggettivo è soddisfatto se una persona trascorre più di 183 giorni nel territorio italiano, anche in maniera frazionata, indipendentemente dal motivo della permanenza (vacanze, lavoro, studio o visite).
  4. Iscrizione all’Anagrafe della Popolazione Residente: Essere iscritti nell’anagrafe italiana presuppone la residenza fiscale, anche se in modo relativo, consentendo di dimostrare, con evidenze contrarie, un legame stabile con l’estero.

In sostanza, una persona è considerata residente fiscale in Italia anche se soddisfa solo uno di questi criteri per la maggior parte del periodo d’imposta.


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Per il Lavoro Agile o Smart Working Cambia Qualcosa?

La diffusione del lavoro agile, che permette a molte persone di lavorare da qualsiasi luogo, ha sollevato il dubbio se esista un trattamento fiscale specifico per chi opera in smart working dall’Italia o dall’estero. Tuttavia, la recente circolare dell’Agenzia delle Entrate chiarisce che il lavoro agile non fa eccezione rispetto ai criteri di residenza fiscale.

Lavoratori in Smart Working dall’Italia

Secondo la circolare, un lavoratore in smart working che trascorre 183 giorni (o 184) in Italia sarà considerato residente fiscale, anche se non ha altre connessioni personali o domiciliari con il Paese. In questo caso, sarà tenuto a dichiarare in Italia tutti i suoi redditi, indipendentemente dal luogo in cui sono stati prodotti, a meno che non vi siano accordi di doppia imposizione con il Paese di origine che ne regolino la tassazione.

Lavoratori in Smart Working dall’Estero

Per chi lavora in modalità agile da un Paese estero, la residenza fiscale in Italia può comunque sussistere se viene soddisfatto almeno uno degli altri criteri (residenza civilistica, domicilio o iscrizione anagrafica). In altre parole, anche lavorando stabilmente all’estero per più di 183 giorni, una persona può mantenere la residenza fiscale italiana se, ad esempio, ha legami familiari significativi o il domicilio in Italia.

Smart Working per lavoratori frontalieri

A partire dal 1° gennaio 2024, e fino all’entrata in vigore del Protocollo di modifica dell’accordo Italia-Svizzera del 23 dicembre 2020, i lavoratori frontalieri possono svolgere una parte del lavoro in modalità telelavoro senza perdere il loro status di frontalieri. Ecco i punti principali:

  1. Chi sono i lavoratori frontalieri interessati?
    • Sono residenti fiscalmente in un Comune entro 20 km dal confine tra Italia e Svizzera.
    • Lavorano come dipendenti in una zona di frontiera dell’altro Stato per un datore di lavoro residente, una stabile organizzazione o una base fissa in quello Stato.
    • Tornano, in linea di massima, quotidianamente al proprio domicilio principale nello Stato di residenza.
  2. Telelavoro e status di frontaliere
    • I frontalieri possono svolgere fino al 25% delle loro ore lavorative in modalità telelavoro dal proprio domicilio, senza perdere lo status di frontalieri.
    • Ai fini fiscali, queste ore di telelavoro vengono considerate come svolte nello Stato del datore di lavoro, fino al limite del 25% del tempo di lavoro totale.

Retribuzioni convenzionali per i dipendenti all’estero

Viene confermato che il reddito di lavoro dipendente svolto all’estero in modo continuativo e come attività esclusiva può essere determinato sulla base delle retribuzioni convenzionali previste dall’art. 51, comma 8-bis, del TUIR, a condizione che:

  • Il lavoratore soggiorni nello Stato estero per almeno 183 giorni nell’arco di 12 mesi.
  • Torni in Italia al proprio domicilio una volta alla settimana.

Questa disposizione chiarisce il regime fiscale applicabile a chi lavora all’estero per lunghi periodi ma mantiene un collegamento con l’Italia.


In poche parole

La normativa 2024 è chiara: la modalità di lavoro agile non rappresenta un’eccezione ai criteri di residenza fiscale, unica eccezione per i frontalieri. Indipendentemente dal luogo di lavoro, se una persona soddisfa uno dei criteri principali per più di 183 giorni, è considerata residente fiscale e deve adempiere agli obblighi fiscali italiani, inclusa la dichiarazione dei redditi prodotti ovunque nel mondo.

Pertanto, per chi lavora in smart working dall’Italia o mantiene legami significativi con il Paese, è fondamentale valutare attentamente la propria situazione e, se necessario, considerare il supporto di una consulenza fiscale per gestire al meglio gli obblighi e i rischi legati alla residenza fiscale italiana.

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