Indice dei contenuti
- 0.1 Introduzione: un problema più comune di quanto si pensi
- 0.2 Il nuovo scenario normativo: cosa dice la legge
- 0.3 Che cos’è il file TD29 e quando si usa
- 0.4 Quando è obbligatorio inviare il TD29
- 0.5 Come si compila il file TD29
- 0.6 Il TD29 si può rettificare?
- 0.7 Quando invece serve il file TD20
- 0.8 E se si sbaglia a scegliere il tipo di documento?
- 0.9 Perché questa comunicazione è importante anche senza detrazione
- 0.10 Come organizzarsi per non rischiare
- 0.11 Conclusione: meglio prevenire che sanzionare
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Introduzione: un problema più comune di quanto si pensi
Ricevere tutte le fatture in tempo dai propri fornitori è fondamentale, sia per motivi contabili che fiscali. Ma cosa succede se nel 2025 il fornitore non emette la fattura dovuta? Non si tratta solo di un fastidio burocratico, ma di una questione che può portare a sanzioni importanti. Con le nuove regole entrate in vigore dal 1° settembre 2024, è ancora più essenziale sapere come comportarsi correttamente.
Il nuovo scenario normativo: cosa dice la legge
Dal 1° settembre 2024, è entrata in vigore una modifica importante all’articolo 6, comma 8, del D.Lgs. 471/97. Questa norma stabilisce che se non ricevi una fattura o la ricevi in modo irregolare, hai 90 giorni di tempo per comunicare la violazione all’Agenzia delle Entrate. Non è più necessario versare preventivamente l’IVA come accadeva in passato, ma è obbligatorio trasmettere un documento con codice TD29 tramite il Sistema di Interscambio (SdI).
Che cos’è il file TD29 e quando si usa
Il file con codice TD29 è una novità introdotta per permettere al cessionario o committente (cioè chi acquista il bene o servizio) di segnalare l’omessa o irregolare fatturazione da parte del fornitore.
Attenzione: non si tratta di un’autofattura!
A differenza del passato, il TD29 non ha valore fiscale e non consente la detrazione dell’IVA. Serve unicamente a comunicare la violazione. Questa è una differenza fondamentale rispetto alle vecchie regole, dove l’autofattura serviva anche per regolarizzare la detrazione.
Quando è obbligatorio inviare il TD29
Se entro i termini previsti non ricevi una fattura da un fornitore italiano per un’operazione imponibile, sei obbligato a:
- predisporre il file TD29
- trasmetterlo al SdI entro 90 giorni dalla data in cui la fattura avrebbe dovuto essere emessa
In caso contrario, rischi una sanzione pari al 70% dell’imposta non regolarizzata, con un minimo di 250 euro.
Come si compila il file TD29
La guida aggiornata dell’Agenzia delle Entrate specifica che il file deve contenere:
- nel blocco : i dati del fornitore
- nel blocco : i tuoi dati
- nel campo : sette zeri (0000000)
- nel campo : la data dell’operazione
- nel campo : puoi usare una numerazione interna ad hoc
- gli elementi dell’art. 21 del DPR 633/72: natura, qualità e quantità dei beni/servizi, imponibile e IVA calcolata
- in caso di fattura irregolare, vanno riportati gli estremi del documento originario
In presenza di operazioni non imponibili o esenti, va inserito anche il codice “Natura”.
Il TD29 si può rettificare?
Sì, è possibile inviare un secondo file TD29 con lo stesso codice e segno positivo o negativo, in base alla natura dell’errore da correggere.
Quando invece serve il file TD20
Attenzione: in alcuni casi il TD29 non basta. Se l’operazione è soggetta a reverse charge (inversione contabile) oppure rientra tra quelle previste dall’art. 46, comma 5, del DL 331/93, bisogna usare il file TD20, che ha ancora natura di vera e propria autofattura.
Esempi pratici:
- Servizi edilizi soggetti a reverse charge? Serve TD20 + TD16.
- Acquisti intracomunitari senza fattura? Serve TD20 + TD17/18/19.
E se si sbaglia a scegliere il tipo di documento?
Una comunicazione errata può comportare problemi non solo formali. Usare un TD29 invece di un TD20 potrebbe impedire la corretta regolarizzazione dell’IVA e portare a sanzioni. In caso di dubbio, è sempre bene confrontarsi con un esperto.
Perché questa comunicazione è importante anche senza detrazione
Anche se il TD29 non consente la detrazione IVA, la sua omissione comporta comunque sanzioni. In altre parole: non serve per recuperare l’imposta, ma è necessario per evitare multe salate. Inoltre, la comunicazione è una forma di tutela per il cessionario che dimostra di essersi attivato per regolarizzare la posizione.
Come organizzarsi per non rischiare
Nel 2025, con queste nuove regole, è ancora più importante tenere traccia delle operazioni e delle fatture ricevute. Alcuni suggerimenti pratici:
- mantenere un registro delle fatture attese
- impostare promemoria per controllare la ricezione
- verificare puntualmente la corrispondenza tra ordine, consegna e fattura
- agire entro i 90 giorni, anche con comunicazioni automatiche
Conclusione: meglio prevenire che sanzionare
Il nuovo sistema di comunicazione tramite file TD29 rappresenta una semplificazione ma anche una trappola per gli imprudenti. Non si può più far finta di niente quando un fornitore non invia la fattura: oggi più che mai, serve reattività, precisione e, all’occorrenza, il supporto di un professionista.
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